Taglio immediato dei compensi dei manager delle società non quotate, direttamente o indirettamente controllate dal Tesoro. Non è un pesce d’aprile ma il taglio scatterà proprio a partire dal primo giorno del prossimo mese.
In un comunicato il ministero dell’economia spiega come i manager interessati dalla misura saranno immediatamente soggetti al tetto definito in base allo stipendio del primo presidente della Corte di Cassazione.
L’entrata in vigore del decreto ministeriale del 24 dicembre 2013 non riguarda le società che emettono strumenti finanziari quotati su mercati regolamentati e le loro controllate: dunque, i limiti in questione non riguarderanno Enel, Eni, Finmeccanica, ma neanche Ferrovie, Poste e Cassa depositi e prestiti. «Per queste società – si legge nella nota del Mef – non sono attualmente previsti limiti in valore assoluto alle retribuzioni».
Dunque, al momento lo stipendio di Mario Moretti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, insorto nei giorni scorti contro l’ipotesi di un salary cap ai compensi dei manager pubblici evocata dal presidente del consiglio Matteo Renzi nell’ambito della spending review. Forte di un reddito annuo pari a 874mila euro, Moretti nei giorni scorsi ha detto chiaro e tondo che «se mi riducono lo stipendio me ne vado», incassando a stretto giro la risposta del ministro Maurizio Lupi, secondo cui «se vuole andare via è libero di cercarsi stipendi migliori».
In attesa di decisioni sulle società quotate, per le altre il decreto articola in tre fasce i tetti agli stipendi. Tre gruppi classificati per «complessità sulla base di precisi parametri che riguardano il valore della produzione, gli investimenti e il numero dei dipendenti. Per ciascuna fascia è stato fissato un limite retributivo per il trattamento economico degli amministratori».
E così per gli amministratori delle società della prima fascia (Anas, Invimit e Rai) il tetto previsto è pari al 100% del trattamento economico del primo presidente di Cassazione pari a 311.658,53 euro. Rientrano in questa fascia le società con un valore della produzione superiore a un miliardo di euro, con investimenti sopra i 500 milioni di euro e almeno 500 dipendenti.
Per la seconda fascia il tetto è pari all’80% del trattamento economico del primo presidente di Cassazione pari ovvero 249.326,82 euro. A questa fascia – in cui sono inseriti Coni Servisi, Consap, Consip, Enav, Eur, Gse, Invitalia, Ipzs, Sogein, Sogin – appartengono le società con valore della produzione che supera i 100 milioni di euro, investimenti pari ad almeno un milione e con almeno 500 dipendenti.
Alla terza e ultima fascia, in cui rientrano tutte le altre società (come Italia Lavoro, Istituto Luce …) il tetto è pari al 50% per un valore pari a 155.829,27 euro.
@raffacascioli